presenta:

ANT-MAN & WASP
Parte 2: I PICCOLI, SEMPLICI VALORI DELLA VITA

 

In prigione.
Non è un evento inedito per Scott Lang. Le fredde sbarre ed un angusto quadrato di cella sono stati suoi stretti compagni nella prima fase della sua vita, quando era un ladro (anche bravino, bisogna ammettere). È un supereroe da così tanto tempo che aveva quasi scordato la sensazione di disperazione e di orrore che si prova in una situazione del genere, decisamente non ambiva a riprovarla. L' influenza dei Vendicatori ha fatto sì che non venisse subito trasferito in un penitenziario di massima sicurezza come Ryker's Island, ma non ha permesso che venisse stabilita una cauzione.
Ma ora c’è qualcos’ altro che lo preoccupa: Sharon e Kristoff sono svaniti e, nonostante quanto possa dire in merito Roy McNiven, l’ ufficiale di polizia che lo ha incriminato di sequestro di persona e sbattuto in gattabuia, non è stato lui: sono in pericolo, alla mercé probabilmente di qualcun altro. Qualche malvagio? Ma chi, Darren Cross? Improbabile, anche lui è in prigione. Hyperstorm? No, non ha senso e Nathaniel Richards avrebbe già distrutto mezzo mondo per ritrovarlo. Ma allora chi, chi?
E c’è un’ altra faccenda urgente: sono passati due giorni dal suo arresto. Oggi, alle quattro in punto, vi è l’ udienza che deciderà se lui potrà ancora rivedere sua figlia Cassie. E lui difficilmente potrà presenziarvi. Già si immagina la faccia gongolante di Claude Unger. Scott Lang è un uomo disperato e l’ unica persona che può aiutarlo è una donna che ha perduto ogni aspetto di innocenza, è arrabbiata col mondo intero e determinata a conseguire i suoi scopi con ogni mezzo possibile, anche quelli discutibili. Insomma, non è una persona su cui si possa fare totalmente affidamento.

15° Distretto.

“Avete commesso l’ errore più grande della vostra vita!” sbotta Wasp “Anzi, errore non è la parola appropriata. Il termine giusto è…”.
“Ce lo sta ripetendo da due giorni in continuazione, signora” ribatte calmo Roy McNiven “E in tutta franchezza ci siamo anche stancati dei suoi discorsi scurrili”.
“Ma provi a ragionare: quale interesse aveva Scott Lang nel rapire quelle due persone?”.
“Non è compito mio rispondere a questa domanda”.
“Ma scusi, erano con lui, si fidavano: per portarli in un altro luogo non doveva certo costringerli con la forza, bastava semplicemente che lo chiedesse loro”.
“Allora mi spieghi il contenuto di questo nastro”. McNiven si alza dalla sua sedia ed infila un videotape in un videoregistratore. E, per la centesima volta circa in due giorni, Wasp rivede quell’ angosciante filmato.
Le riprese sono state catturate da una telecamera di sicurezza posta di fronte all’ hotel in cui alloggiavano Kristoff Vernard e Sharon Ventura. C’è il solito viavai di persone poi, come se fosse una rappresentazione studiata a tavolino, la strada si svuota. Finché appaiono tre persone: Sharon è la prima e il suo volto esprime puro terrore (“Ma perché non si è trasformata?” si chiede Jan per l’ ennesima volta), dietro di lei vi è Kristoff, anche lui sembra spaventato. Sembra. Infine… arriva Scott Lang: è l’ unico che sorride, quasi sapesse di essere inquadrato. Nascosta nella sua mano, ma rilevata dopo un’ attenta analisi delle immagini, vi è una pistola con cui sta minacciando i due di proseguire. Poi i tre insoliti protagonisti di questo quadretto decisamente poco familiare escono dall’ inquadratura e, come per magia, ritorna il consueto viavai di persone. Fine.
“Le ripeto che, all’ ora in cui è stata ripresa questa scena, Scott Lang era con me” afferma Janet “Glielo posso giurare”.
“Ok, ammettiamo che io le creda” ribatte McNiven “Ammettiamo che stavate svolazzando per la città a parlare dei vostri affari, come già mi ha detto. Chi era allora quel tizio?”.
“Un uomo travestito come Scott, un clone, un robot… Le possibilità sono tante”.
“E pensa che io mi beva cose del genere?”.
“Se le beve tutti i giorni se legge i giornali e vive in questa città. Senta, mi faccia una copia di questo nastro, la farò esaminare dal mio gruppo e vedrà che scopriremo l’ arcano”.
“Spiacente, non sono solito collaborare con le traditrici della mia patria”.
Wasp balza sul tavolo ed afferra l’ agente per la collottola, portandolo a pochi centimetri dal suo viso tumefatto:”Mi guardi in faccia!” dice trattenendosi a stento dall’ urlare “Mi guardi bene, queste ferite me le sono procurate tentando di salvare quella patria che lei dice di amare tanto. Quello che io ed il mio gruppo abbiamo fatto per gli sloreni è stato solo perché non sopportavamo più di vederli massacrati. La storia non tollerava più la loro esistenza: noi non eravamo d’ accordo. Non vorrà mica accusarci per questo? Piuttosto, guardi cosa ha fatto il governo americano per fomentare quel massacro. Lo guardi senza pregiudizi e poi mi dica chi ha ragione e chi torto”.
“Innanzitutto, se continua a strozzarmi, in torto ci sarà lei”. Wasp abbandona la presa e scende dal tavolo. “Ma lei cos’è, una furia del diavolo?”.
“Sono una donna che ha sofferto. Sono una donna che non vuole più soffrire né veder soffrire altre persone. Sono cose che non tollero e che cerco di rimettere a posto in tutti i modi”.
McNiven si sistema l’ abito, poi si alza dal suo posto:”Ok, le darò una copia di quel nastro, così finalmente mi tolgo la soddisfazione di levarmela di torno. Tanto non riuscirà a scoprire niente, non potrà discolpare Lang. Quell’ uomo è colpevole ed il procuratore è d’ accordo con me e niente e nessuno potrà farci cambiare idea. Neanch’io tollero veder soffrire altre persone, sa? Ma diversamente dai Vendicatori, uso mezzi legali per rimettere le cose a posto”.
Jan non ribatte e, una volta ottenuto ciò che voleva, si avvia verso l’ uscita. Prima, però, vuole dare un’ ultima raccomandazione a McNiven:”Agente, davvero, dia un’ occhiata a ciò che stava avvenendo in Slokovia. E capirà perché abbiamo agito in quel modo”.
Il detective rimane in silenzio.

Da qualche parte.

“Semplicemente perfetto!” esclama l’ uomo nell’ ombra (e qui vi rimarrà di sicuro ancora per un po’, se no che suspense sarebbe?) “Le mie più rosee aspettative si sono realizzate ed ora Ant-Man giace in prigione. Ma non può rimanervi a lungo, no, l’ atto finale di questa sfida deve subito essere messo in atto. Che ne dici, ragazzino, cominciamo?”.
Kristoff Vernard rimane immobile, mentre dietro di lui vi è una svenuta Sharon Ventura. Ma nella mente del ragazzo si agitano cupi pensieri:”Essere insolente, presto pagherai la tua arroganza. Cadrai, così come tutti quanti sono caduti davanti a… Destino!”.

Palazzo dei Vendicatori.

“Viz, ho un compito importante per te” annuncia Wasp.
“Di cosa si tratta?” chiede il sintezoide.
“Questo nastro contiene le immagini di un presunto rapimento compiuto da Ant-Man. Voglio che tu, Machine Man e Jocasta lo analizziate fin nei minimi particolari, per scoprire cosa ci sia che non vada. Non può essere stato Scott a sequestrare quelle persone, era con me in quel momento”.
“D’ accordo, me ne occupo subito. E a proposito di Lang, vorrei farti notare che sono le 15.45”.
“Merda!”.
“Non sei carina quando imprechi”.
“Non tentare di adularmi, Viz, questa è una faccenda seria”. Jan prende il telefono e chiama un numero di cellulare, sperando sia ancora acceso. Fortunatamente lo è, ma la donna all’ altro capo non si ritiene poi così fortunata.
“Dammi buone notizie, Jan” chiede Inger Sullivan, avvocato al servizio dei Vendicatori.
“Allora sto per darti una delusione”.
“Dannazione, lo sai cosa comporta questo? Soprattutto quando si ha di fronte uno squalo come Claude Unger?”.
“Posso immaginarlo, Inger, posso immaginarlo. Tuttavia è questa la situazione per ora e non cambierà nell’ immediato”.
“Ah, voi supereroi vi procurate sempre dei signori superproblemi”.
“Sì, è il nostro marchio di fabbrica DOC”.

Tribunale minorile di Manhattan. Ore 16.00.

Il processo riguarda una minorenne, dunque si tiene a porte chiuse. Comunque difficilmente qualcuno vi avrebbe presenziato, aldilà dei soliti curiosi: certo, se la gente sapesse quello che la gente cui parteciperà questo processo sa, ovvero che Scott Lang è Ant-Man...
“Signore e signori in piedi” annuncia l’ usciere “Entra il giudice Spencer Watson”. Un giudice che nel suo piccolo ne ha viste di cotte e di crude nel corso degli anni: trasferendosi alla sezione minorile credeva che non avrebbe mai avuto a che fare coi supereroi, di solito sono così poco prodighi di prole da apparire sterili a volte. Ma del resto costui è anche lo zio di Mary Jane Watson, moglie dell' Uomo Ragno (certo, lui è una delle ultime tre o quattro persone rimaste al mondo a non saperlo) ed i supereroi ce li ha nel sangue.
“Prego, state pure comodi” invita Watson “Dunque, oggi abbiamo a ruolo la causa di affidamento di Cassie Lang. Intentata da Peggy Lang nei confronti del suo ex marito Scott Lang. Come richiesta aggiuntiva vi è anche il togliere la patria potestà al signor Lang. Prego, avvocato Unger, ci introduca il caso”.
“La ringrazio, vostro onore”. L’ avvocato di grido della Grande Mela è vestito in modo impeccabile, non c’è una piega nel suo abito o nella sua capigliatura e si muove lungo la sala dell’ udienza come se stesse tenendo una recita di Shakespeare, non un processo. “Sono noto per le mie lunghe introduzioni, ma stavolta non sarà il caso. Molto semplicemente, le richieste della mia cliente meritano di essere accolte per alcuni semplici fatti.
Fatto 1: Scott Lang è Ant-Man, un supereroe. Basterebbe questa parola a convincere chiunque che la vita di Mr. Lang è spesso in pericolo. E se lo è la sua perché non dovrebbe esserla quella dei suoi cari? Non è raro che le vendette dei criminali coinvolgano persone della famiglia, ci sono numerosi precedenti;
Fatto 2: Scott Lang è anche un ex detenuto. Non è una persona dal passato lindo e sereno, forse non ha in sé quei valori morali da poter tramandare a sua figlia;
Fatto 3: Scott Lang è ancora oggi un detenuto. Ebbene sì, vostro onore, mi è giunta notizia che Mr. Lang sia stato incriminato, e si trovi tutt’ora in carcere, per rapimento e sequestro di persona. Se permette vorrei farle vedere questo nastro”.
“Obiezione” si alza Inger Sullivan “Non siamo ancora giunti al processo vero e proprio, Unger”.
“Voglio solo offrire un ulteriore elemento di giudizio. Inoltre credo sia nell’ interesse di tutti chiudere al più presto questa vicenda dai tristi risvolti. Per la famiglia Lang e per la comunità”.
“Obiezione respinta” dice infine Watson.
Il nastro, quello stesso nastro visto e rivisto da Wasp, quello stesso nastro per il cui ottenimento Jan aveva dovuto faticare le proverbiali sette camicie, è tranquillamente nelle mani di Claude Unger. E visibile al pubblico ed alla stampa. Un coup de theatre perfetto e studiato da parte dell’ avvocato.
“Ecco, io credo che queste immagini si commentino da sole” dice Unger “Non serve una lunga introduzione, serve solo questo filmato a far capire quanto Scott Lang sia socialmente pericoloso. E a far comprendere che non è un padre virtuoso, che non merita l’ affetto di propria figlia. Potrebbe corromperla coi suoi loschi insegnamenti. Cosa prevale in Scott Lang? L' atteggiamento da supereroe o quello da criminale? Io ritengo che queste immagini non lascino alcun dubbio”.
Cassie è presente all’ udienza: nel sentire le prime parole di Unger voleva replicare ad alta voce, ma sua madre è riuscita a trattenerla. Poi, dopo aver visto il filmato, si è chiusa in un silenzio di ghiaccio. Il suo mondo è crollato in pochi secondi.
“Ho terminato” dice Unger tornando al suo posto e cercando di contenere il suo atteggiamento baldanzoso.
“La ringrazio, avvocato Unger” dice Watson “Avvocato Sullivan?”.
Anche il mondo di Inger è crollato, aveva pronta la controintroduzione, ma la presentazione di questo filmato l’ ha resa praticamente inutile. Carta straccia. Ed ora deve ricominciare da capo. Deve improvvisare. Dunque si alza dal suo posto.

Prigione del 15° Distretto.

L’ udienza è iniziata ormai da mezz’ ora. E lui è qui a non potere fare nulla. Anzi, a ben vedere forse ha fatto anche troppo. Cassie, non potrebbe sopportare di perderla per sempre. Però cosa ha fatto in questi ultimi tempi per starle accanto? La Fantastic Force, i viaggi in Africa, alcuni impegni coi Vendicatori. E mai un momento libero con propria figlia. Scott Lang non è del tutto esente da colpe.
“Ehi, rosso”. Una voce femminile? “Rosso, mi senti?”.
“Chi sei?” chiede Scott Lang.
“Tu sei Ant-Man, vero?”.
“Sì, ma tu chi sei e che ci fai qui accanto alla mia cella?”.
“Ah, credimi, è un vero piacere conoscerti. Sto accanto alla tua cella in attesa di essere trasferita in un penitenziario femminile. Il mio vero nome? Non ha molta importanza. Meglio il mio alias: Madame X. Ti dice niente?”.
“No, proprio nulla”.
“Ero un' antica avversaria di Hank Pym, il primo Ant-Man. Nella mia prima sortita mi feci passare come il Compagno X: ah, il finto pericolo comunista, quelli sì che erano bei tempi”.
“Senti, non so cosa tu voglia…”.
“Tu non hai la stoffa, Lang. Non sei proprio tagliato per fare il supereroe. Pym era cento volte migliore di te. Guardati, non riesci nemmeno a discolparti da un’ irreale accusa!”.
“Ascoltami, Madame X, io potrò anche essere inferiore a Pym, ma sono tagliato per fare il supereroe e non mi importa cosa tu possa ribattere in merito. Ho dimostrato mille e più volte quello che valevo, ho salvato questo mondo ed altre dimensioni dalla distruzione totale: per quanto mi riguarda è più che sufficiente per sentirmi fiero di essere un supereroe. Un tempo stavo dalla tua parte della barricata e non puoi avere idea di quanto disprezzi quei giorni. Oltretutto il tuo è veramente un alias del cavolo”.
“Hai del coraggio a parlarmi in questo modo: mi piacerebbe affrontarti un giorno”.
“Credimi, a me proprio no”.
In quel momento, all’ esterno, si ode un forte ronzio, quasi assordante. Capace di far tremare i muri. E poi di sfondarli. Centinaia di api si riversano nella cella di Scott Lang che trattenendo le urla si ripara come può. Ma le api non vogliono pungerlo o fargli del male: formano una sorta di cuscino levitante, su cui fanno sedere a forza Scott, trascinandolo poi via nel buco appena formatosi. Dietro rimangono solo le api morte nell' impatto per aprire il buco nel muro. Ma decisamente non avevano problemi di numero.
Il crollo ha coinvolto anche la cella di Madame X, che ha la possibilità unica di fuggire. E credete che non la prenda al volo?

Alcuni minuti dopo.

“Spero sarà contenta ora, miss Van Dyne” esclama Roy McNiven con tono irato “Il suo amato Scott Lang è appena evaso di prigione. Un altro bel capo di imputazione a suo danno”.
“Si sa cosa è avvenuto?”.
“Ho fatto ciò che mi ha chiesto, ho aperto la mia mente a scenari fantastici. Numerosi testimoni dicono di aver visto Lang portato via da uno sciame di api, sembravano quasi guidate da una intelligenza collettiva. E, mi corregga se sbaglio, Ant-Man ha il controllo sugli insetti, no? Può chiedere loro tutto ciò che vuole, anche farlo uscire di prigione”.
“Su una cosa ha ragione: Ant-Man può controllare gli insetti. Ma su una cosa ha torto: non poteva farlo in quelle condizioni”.
“Cosa?”.
“È indispensabile che indossi il suo elmetto cibernetico, quello che gli avete sequestrato. Senza non può fare proprio nulla”. “Bravissima, Jan” pensa la donna “Hai appena mentito ad un ufficiale di polizia. Quanto oltre intendi spingerti per la tua gloria effimera?”. “È una cosa che tutti sanno” continua poi “E se non crede a me consulti qualsiasi articolo che parli delle precedenti imprese dei due Ant-Man”.
“E allora chi sarebbe stato? C’è qualcun altro che controlla gli insetti?”.
“Sì, un altro essere esiste. E per la precisione controlla proprio le api. Mi scusi, ma devo andare ora”.
“Dove?”.
“A salvare un mio amico”.
Wasp si alza in volo. Per un istante McNiven è tentato di chiamarla, per chiederle chi sia quest’ altro essere. Poi, chissà, forse le avrebbe rivelato che ha scaricato alcuni articoli da Internet. Articoli che parlavano della Slokovia e delle torture che Drakan Djorjevic infliggeva agli sloreni. Un massacro che nessuno aveva mai osato fermare. Un massacro che le televisioni e la stampa non avevano mai portato all’ attenzione della gente. Quelle immagini lo hanno sconvolto, nel profondo. E gli hanno fatto riconsiderare alcune cose.
“Detective McNiven” interviene un giovane poliziotto “Cosa facciamo ora?”.
“Iniziamo ad indagare sul serio!”.
Librata in aria, intanto, Janet Van Dyne contatta il Palazzo dei Vendicatori:”Visione, ho bisogno di un altro favore da parte tua”.
“D’ accordo” risponde il sintezoide “Vorrà dire che dopo mi offrirai una cena”. È incredibile come Viz stia cercando di risollevarle l’ animo dopo quanto le è accaduto su Olympia, è più umano di molti altri esseri umani da lei conosciuti. Fa male ad essere scostante con lui. Ma è un pensiero che attraversa la mente della donna per un infinitesimale istante.
“Innanzitutto, avete completato l’ analisi sul filmato?”.
“Sì. Ed abbiamo scoperto una cosa molto interessante”. Viz gliela riferisce e Jan tira un sospiro di sollievo “Allora portala al più presto a conoscenza di Inger Sullivan, potrebbe essere una questione di ore ormai. Seconda cosa, analizza tutte le frequenze possibili ed immaginabili e vedi se riesci ad individuare qualche notizia su un immenso sciame d’ api. Una cosa del genere non può passare inosservata”.
Passano alcuni secondi ed alla fine Visione dà il suo responso:”A quanto pare una volante della polizia ha rilevato un notevole sciame di api nella zona del Greenwich Village, presso un ex deposito della Stane”.
“Allora mi dirigo subito lì”.

Greenwich Village.

Le api sfaldano il loro cuscino e Scott Lang cade sul pavimento. Ha provato a sfuggire alla loro presa, ma gli insetti non gliel’ hanno consentito ed il panico gli ha impedito di provare a controllarle mentalmente.
L’ eroe si rialza. “Ok, chiunque sia dietro tutto questo farà bene a mostrare subito il suo viso se non vuole che rada al suolo tutto questo!”. Ha urlato, ma il ronzio ininterrotto delle api ha a malapena fatto sentire la sua voce in questo ampio magazzino. Api, api dappertutto. Un sospetto si forma nella mente di Ant-Man. Su quest’ essere tempo fa ha scherzato, forse faceva meglio a riflettere sulla sua pericolosità.
“Aaaahhhh!”. Qualcuno gli si lancia contro e lui, con un agile scarto, evita l’ attacco. Poi vede in volto il suo assalitore: Sharon! In forma rocciosa.
“Che ti è successo, Sharon?”.
Lei non risponde e prova un altro assalto, ugualmente evitato da Ant-Man. Ovviamente la Donna Cosa deve essere preda di qualche tipo di controllo ed altrettanto ovviamente Scott non vuole farle del male. Poco lontano vede un estintore: lo afferra e, sperando che funzioni ancora dopo tutto questo tempo, lo attiva. Una massa di schiuma bianca investe Sharon Ventura in volto, accecandola temporaneamente e facendola urlare per il dolore. Scott ne approfitta e, con un grande sforzo, le da uno spintone che le fa perdere l’ equilibrio. La donna batte la testa su un tubo d’ acciaio e, una volta al suolo, perde i sensi tornando ad avere un aspetto umano.
“Strano” pensa Ant-Man “Non mi aspettavo di sconfiggerla così facilmente, è di certo più resistente di così. Forse il controllo di cui era preda ha minato oltre che la sua volontà anche parte della sua forza”.
Il ronzio sopra di lui continua per alcuni secondi, poi tutte le api cessano tale rumore all’ unisono. Come per magia. O come se qualcuno le controllasse, le dominasse. Parte degli insetti planano a terra, si raggruppano, formano una figura vanamente umanoide. Una figura in grado di parlare!
“Impressionante, veramente impressionante” commenta l’ essere.
“Ci sei dunque tu dietro tutta questa sporca vicenda?” esclama Scott Lang “Perché mi hai preso di mira?”.
“Vedila come una questione di controllo, di supremazia. Di potere! E tu non potrai sfuggire al mio/nostro potere. Il potere di SWARM!!!”.

CONTINUA...